lunedì 3 settembre 2007

Progresso/Regresso

"Il futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche. Coloro che oggi fanno uso del telefono, del telegrafo e del grammofono, del treno, della bicicletta, della motocicletta, dell'automobile, del transatlantico del dirigibile, dell'aeroplano, del cinematografo, del grande quotidiano, non pensano che queste diverse forme di comunicazione, di trasporto e d'informazione esercitano sulla loro psiche una decisiva influenza".
(Filippo Marinetti)
"Tutto scorre"
(Eraclito)
Progresso e regresso oggi convivono come un Giano bifronte: informatica, telematica, cibernetica, nanotecnologie, meraviglie ingegneristiche e quantaltro celebrano e vengon celebrate vieppiù come strumenti di realizzazione o di estensione di possibilità, esigenze e passioni umane. Il benessere materiale, il mito della velocità, l'estetica son tutti presupposti e corollari che fungono da scenografia a tale "avvento" tecnologico. Idillio perfetto, purchè non ci scordi che come mezzi, necessitano di un referente che dia loro un senso, un fine. Parlo dell'uomo, ovvero di noi stessi, che siam l'altra faccia del Giano, e costituiamo il regresso.
Esempi? Viviamo nel mondo della comunicazione, intesa più come mezzo di trasmissione di dati che come contatto tra persone distanti; la telefonia mobile la rete informatica ad esempio ci han resi tutti più vicini, interdipendenti e raggiungibili. Eppure se il contenente è degno di nota, di certo non lo è il contenuto; mai come oggi è pesante il fardello dell'incomunicabilità, nutrita da tanta parte della nostra superficialità ed avvinta all'abbraccio di egoismo ed ipocrisia. Lo stesso potrebbe dirsi in riferimento alla biotecnologia: la scienza gode di strumenti eccelsi, ma spesso il limite tra l'umano e l'anti-umano è labile (il sorgere della bioetica lo dimostra).
Progresso materiale e regresso umano son dunque oggi inversamente proporzionali, determinando un'asimmetria sempre più vistosa e pericolosa. Non è casuale che alla razionalità materiale e tecnologica, di matrice industriale e positivista, si affianchi sempre più un' irrazionalità umana di tipo simbolista, ben espressa nel mito del consumismo. Apollineo e dionisiaco di Nietsche tornano allora a fronteggiarsi, rendendo possibile se non probabile il ritorno della "madre di tutte le cose" (così la defivniva Darwin): la guerra, personale, ideologica o collettiva che sia.

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